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Al Laboratorio Aperto di viale Buon Pastore a Modena si progetta la cultura digitale

Al Laboratorio Aperto di viale Buon Pastore a Modena si progetta la cultura digitale
Da sinistra, Sebastiano Bisson e Luca Parodi illustrano la dotazione software del Digital Atelier

La scansione in 3D dei palcoscenici del Teatro Comunale Pavarotti – Freni e dello Storchi, come elemento da cui partire con l’obiettivo di sviluppare al computer progetti di scenografia virtuale, ma anche la creazione di vere e proprie esperienze sociali e culturali da “vivere”, poi, in modalità immersiva attraverso visori Vr. Sono solo alcune delle azioni che verranno avviate al Digital Atelier di Modena, il nuovo spazio del Laboratorio Aperto di viale Buon Pastore 43 dedicato agli strumenti digitali per l’innovazione nel settore scenografico e teatrale, che ha debuttato nella giornata di oggi, venerdì 5 novembre.
All’inaugurazione hanno partecipato, tra gli altri, anche l’assessora a Città Smart, Politiche economiche, Turismo e promozione della città e Servizi demografici Ludovica Carla Ferrari; l’assessore a Cultura, Politiche giovanili e Città universitaria Andrea Bortolamasi; il presidente di Emilia Romagna Teatro Fondazione Giuliano Barbolini; il direttore del Teatro Comunale Pavarotti – Freni Aldo Sisillo. Presenti anche diversi professionisti del settore a cui Sebastiano Bisson, in rappresentanza della direzione e sviluppo progetti di innovazione tecnologica del Laboratorio Aperto, ha illustrato le attività e le strumentazioni. Nel corso della presentazione è stato sottolineato il ruolo innovativo di una struttura che contribuirà a rilanciare e ad approfondire il ruolo della cultura in chiave digitale attraverso le opportunità offerte, appunto, dal Laboratorio Aperto, anche come luogo di sperimentazione e ideazione di progetti che guardano alle nuove tecnologie e, quindi, al futuro.
Intervenendo sulla situazione della cultura in città, l’assessore Bortolamasi ha affermato che l’inaugurazione del Digital Atelier “rappresenta una tappa, l’ennesima, di un percorso di profonda trasformazione che il sistema culturale cittadino ha avviato: un dialogo sempre più fecondo tra saperi diversi, di innovazioni applicate alla cultura e ai suoi linguaggi. Una città, per usare una metafora, dove un attore e un programmatore informatico trovano le condizioni per collaborare e lavorare insieme”.
L’assessora Ferrari ha messo l’accento “sull’ulteriore attrattività per il territorio che potrà assicurare il Digital Atelier, strumento per sviluppare le nuove frontiere della cultura, accrescendo quindi il valore degli sforzi finalizzati a proporre iniziative dal carattere innovativo sulle industrie culturali e creative. Un impegno che può essere riconosciuto ben oltre i confini territoriali”. L’utilizzo delle nuove tecnologie conferma poi “la capacità di Modena di governare gli strumenti digitali con l’obiettivo di agevolare l’accesso ai servizi così, come in questo caso, di offrire la fruizione di iniziative di nuova concezione come quelle in Vr”.
Inoltre, le istituzioni culturali presenti hanno sottolineato il contributo che le sperimentazioni digitali potranno garantire nella fase di produzione degli spettacoli, anche grazie al coinvolgimento di figure professionali presenti sul territorio in qualità di “nuove maestranze”, ma pure le opportunità di turismo culturale che si potranno concretizzare grazie alle riproduzioni “virtuali” dei luoghi e delle iniziative della cultura modenese, a partire appunto dai teatri e dalle rappresentazioni.
Nel dettaglio, Digital Atelier è un centro attrezzato con dotazioni software e hardware in grado di consentire lo sviluppo di progetti e formazione su tecnologie digitali per scenografi e più in generale per studenti e professionisti dell’industria culturale e creativa, nell’ambito dunque delle “performing arts”. Nato grazie al confronto con l’Amministrazione comunale e al coinvolgimento di Emilia Romagna Teatro Fondazione (Ert) e di Fondazione Teatro Comunale di Modena, istituzioni culturali con cui verrà avviata appunto una collaborazione operativa, il nuovo spazio risponde al bisogno di infrastrutture tecnologiche e competenze specifiche per gli operatori culturali di settore. Inoltre, grazie alla dotazione sarà possibile proporre percorsi di formazione e tutoraggio rivolti sia a professionisti sia a studenti di vario livello provenienti dagli istituti del territorio e non solo.
Le attività operative saranno realizzate soprattutto attraverso i software professionali di cui è dotato il Digital Atelier: gli applicativi, nel dettaglio, permettono di progettare, modellare e animare in formato tridimensionale, con caratteristiche di grafica realistica, ambienti scenici, allestimenti e installazioni, fino ai vestiti e costumi teatrali; non mancano le piattaforme di “game design” finalizzate alla costruzione di percorsi ed esperienze fruibili, poi, con appositi visori con tecnologia Vr. Sul fronte hardware, il centro dispone anche di postazioni con mixer luci – collegato a tre fari a testa rotante – e struttura all’americana che potranno essere utilizzati per attività formative, riproducendo in scala ridotta le modalità di gestione di un impianto luci che si governa durante uno spettacolo dal vivo.



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