Home Modena In mostra in San Paolo a Modena le caricature di Umberto Tirelli

In mostra in San Paolo a Modena le caricature di Umberto Tirelli

In mostra in San Paolo a Modena le caricature di Umberto Tirelli
da sinistra, i curatori Cristina Stefani e Stefano Bulgarelli; l’assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi, la direttrice del Museo Civico Francesca Piccinini

Le caricature, prima di tutto: ironiche, irriverenti e dissacranti. Ma anche le maschere e i burattini del Teatro delle teste di legno, le sculture, gli allestimenti scenici e la progettazione di arredi. La ricchissima e multiforme produzione di Umberto Tirelli, uno dei maestri della caricatura del Novecento viene celebrata, nella mostra che il Museo civico di Modena gli dedica a 150 anni dalla nascita e che ricostruisce il percorso dell’artista modenese in un arco storico compreso tra la Belle Époque e la Grande Guerra, il fascismo e la Seconda guerra mondiale, fino alle tensioni che hanno segnato l’inizio della Guerra fredda e gli albori del primo boom economico.

Allestita nel complesso di San Paolo, “Umberto Tirelli. Caricature per un teatro della vita”, curata da Stefano Bulgarelli e Cristina Stefani, inaugura sabato 18 dicembre, alle 17, e sarà visitabile fino al 25 aprile 2022. In mostra, 230 opere che ritraggono, interpretati dallo sguardo acuto e tagliente dell’artista, i potenti e i famosi della prima metà del Novecento: da Vittorio Emanuele III e Francesco Giuseppe a Churchill e Stalin, da papa Benedetto XV a Mussolini, passando per i più grandi attori del cinema hollywoodiano come Joan Crawford, Clark Gable e Charlie Chaplin e i divi italiani come Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio, senza dimenticare i politici locali, primo tra tutto il sindaco del primo Novecento Luigi Albinelli e i grandi borghesi di Modena e Bologna.
Come ha specificato l’assessore alla Cultura del Comune di Modena Andrea Bortolamasi nel corso dell’anteprima per la stampa di oggi, venerdì 17 dicembre, “la rassegna è l’atto conclusivo del lungo lavoro di ricerca condotto dal Museo civico su questo artista che, finalmente, consente di comprendere, e speriamo anche di apprezzare, la figura di Tirelli nella sua complessità e poliedricità, ripercorrendo una carriera artistica durata oltre mezzo secolo, sullo sfondo di un momento storico complesso e contradditorio”. Il nucleo portante della mostra è costituito dalle 130 opere, che documentano tutta l’attività condotta da Tirelli tra Modena e Bologna e tra le quali ci sono anche numerose “teste di legno”, recentemente donate al Museo civico da Mauro Zanichelli, “un gesto di grande generosità – ha sottolineato l’assessore Bortolamasi – per il quale ringrazio in modo particolare Mauro Zanichelli e la sua famiglia”.
L’acquisizione del fondo Tirelli, ha aggiunto la direttrice del Museo civico Francesca Piccinini, “arricchisce le raccolte civiche dedicate al disegno umoristico e ai burattini, aggiungendo un tassello importante per documentare adeguatamente il ruolo di Modena nel panorama nazionale del teatro dei burattini e del disegno satirico, testimoniato da diverse riviste tra Ottocento e Novecento e ribadito, nel secondo dopoguerra, dal successo della cosiddetta scuola modenese del fumetto e dell’animazione”.
Il percorso espositivo, nell’allestimento progettato dal dipartimento di Architettura di Bologna coordinato da Matteo Agnoletto, in collaborazione con Leo Piraccini e Matteo Giagnorio, si sviluppa partendo dagli anni giovanili, quando Tirelli assorbiva il clima allegro della Modena che ride, iniziando a disegnare per i giornali satirici locali ed entra a far parte di aggregazioni come l’Accademia del Fiasco, “geniale accolta di persone che avevano fatto qualche fiasco nel corteggiare l’arte”, di cui fa parte anche l’amico editore Angelo Fortunato Formiggini.
L’allestimento propone, quindi, la ricostruzione dello studio di Tirelli, con il grande mobile dipinto da lui stesso con immagini umoristiche, per ripercorre poi gli anni bolognesi, tra teatro, riviste e l’arrivo della Grande guerra. Protagonista nella sala delle monache è il grande Teatro delle teste di legno, rimontato per la prima volta dopo un secolo, grazie alla perizia dello scenografo Rinaldo Rinaldi. Le ultime tre sezioni della mostra approfondiscono l’interesse di Tirelli per il cinema, passione che trovò uno sbocco attraverso le numerose caricature pubblicate dal 1934 sul “Resto del Carlino”, testata con la quale collaborò per diversi anni; le immagini della borghesia bolognese e le caricature in terracotta che l’artista realizzò dopo la Seconda guerra mondiale.
La mostra “Umberto Tirelli. Caricature per un teatro della vita”, realizzata con il patrocinio del Resto del Carlino e con il sostegno di Assicoop, è visitabile dal 19 dicembre e per tutte le feste natalizie, fino al 6 gennaio, dal martedì al venerdì, dalle 15 alle 19, e il sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19. Dall’8 gennaio al 25 aprile, la mostra si potrà visitare il venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 19. Il biglietto d’ingresso costa 6 euro (ridotto 4 euro).
Ad accompagnare l’esposizione un catalogo pubblicato per Sagep editori di Genova, con contributi di Stefano Bulgarelli, Fabio degli Esposti, Giacomo Pedini, Rinaldo Rinaldi, Cristina Stefani, Giuseppe Virelli. Il catalogo ha un prezzo di copertina di 28 euro, ridotto, in occasione della mostra a 25 euro.

 

UN CAST DI 100 “TESTE DI LEGNO” PER IL TEATRO

Un centinaio di grandi burattini caricaturali, realizzati in cartapesta da Umberto Tirelli e dalla moglie Clara Amoretti che ne curava gli abiti fino al più piccolo dettaglio, costituiva il cast del “Teatro nazionale delle Teste di legno”, l’originale invenzione che Umberto Tirelli realizzò negli anni Venti del Novecento e che è il cuore dell’esposizione a lui dedicata.

Alto quasi sei metri e completo di scenografie, questo straordinario manufatto, caso unico di teatro animato da burattini caricaturali di grandi dimensioni, è stato ritrovato in una soffitta e ricostruito per la prima volta a un secolo esatto dalla sua creazione.

I burattini, di cui una selezione è esposta in mostra, raffigurano i più noti esponenti della politica, del costume e della cultura nazionale del periodo, tra i quali papa Benedetto XV, Giovanni Giolitti, Giosuè Carducci, Giacomo Puccini, Benito Mussolini, fino alle maschere della Commedia dell’arte e a Sandrone.

L’impresa, che purtroppo non ebbe il successo sperato dal suo autore, era una grandissima novità per l’Italia del tempo ed era nata con l’intento di andare oltre la dimensione regionale tipica del teatro dei burattini, immaginando gli spettacoli per un pubblico non più composto da bambini o di estrazione popolare ma adulto, acculturato e informato sui temi dell’attualità, attraversata al tempo da inquietudini e populismi, che si rifletteva nei copioni scritti in gran parte dallo stesso Tirelli.

 

TRE VIDEO NE RACCONTANO L’ARTE E LA TECNICA

“Umberto Tirelli. Caricature per un teatro della vita” è anche un video di animazione che accoglie i visitatori della mostra dedicata all’artista modenese, allestita nel complesso di San Paolo di Modena dal 18 dicembre al 25 aprile 2022, introducendoli allo stile particolarissimo di questo illustratore, “amaro, spietato e disincantato”, che ha fatto della caricatura il suo principale mezzo di espressione.

Il video, che dura circa tre minuti e mezzo, racconta l’essenza del lavoro di Tirelli, che “taciturno, si sedeva all’angolo dei caffè, intento a fissare le sue vittime e, con una cicca di matita in mano, a gettare rapidi e nervosi appunti su piccoli fogli di carta”, costruendo un “ridicolo teatro delle vanità, dove ridere di sé stessi e degli altri, dei vizi e delle manie di grandezza, del potere e di ciò che nasconde”, in uno stile ampiamente contagiato dall’onda espressionista che attraversava l’Europa agli inizi del Novecento. Fotogramma per fotogramma, i disegni tratti dalle opere esposte in mostra si animano rivelando tutta la loro forza comunicativa e la capacità di ribaltare, “attraverso la deformazione caricaturale, ogni forma di bellezza superficiale” e illuminando la figura di un intellettuale “europeo” di provincia spietato, talentuoso e sornione.

A metà del percorso espositivo, un secondo video illustra la tecnica utilizzata da Umberto Tirelli mostrando la trasformazione di una serie di personaggi, tra loro i divi del cinema ma anche Mussolini e i politici locali, dalla foto alla caricatura, in tutte le versioni possibili, dal disegno ai burattini alle sculture in terracotta, a seconda del momento e delle occasioni.

Infine, nella sala delle Monache, proprio di fronte al grande Teatro Nazionale delle teste di legno ricostruito per la prima volta dopo un secolo, un video in time lapse mostra ai visitatori tutta la fase del montaggio e dà vita anche, attraverso una proiezione in 3D, ai disegni delle numerose scenografie che lo corredavano e che, sono state donate in tempi recenti da Mauro Zanichelli al Museo civico di Modena.

 

UN PROGRAMMA DI SPETTACOLI E LABORATORI

Spettacoli di burattini per piccoli e grandi, la possibilità di assistere al cantiere di restauro delle “teste di legno”, laboratori per bambini e visite guidate per le scuole. A partire da gennaio e per tutto il periodo di apertura della mostra “Umberto Tirelli. Caricature per un teatro della vita” (fino al 25 aprile 2022) il Museo Civico di Modena propone una rassegna di iniziative collaterali che si svolgeranno negli spazi attigui alla mostra allestita nel complesso di San Paolo, in collaborazione con diversi istituti e associazioni. Il calendario dettagliato degli appuntamenti, in via di definizione, viene aggiornato sul sito www.museocivicomodena.it.

Dalla metà di gennaio inizia la rassegna di spettacoli di burattini per bambini e adulti che renderà ancora più completo il viaggio nel mondo caricaturale e intelligente di Umberto Tirelli, modenese di profonda cultura e di sagace senso dell’umorismo, grande conoscitore delle radici popolari del teatro di figura e del linguaggio a volte dissacrante delle teste di legno. Gli spettacoli sono organizzati in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione e I burattini della commedia, associazione culturale modenese che con Moreno Pigoni porta avanti da oltre vent’anni l’antica tradizione del teatro dei burattini.

Gli spettacoli si svolgeranno in uno spazio attiguo alla mostra, nel complesso San Paolo di Modena, con ingresso a pagamento. Il calendario prevede spettacoli adatti a un pubblico di bambini e famiglie, ma anche iniziative dedicate agli adulti.

In giornate specifiche, i visitatori della mostra potranno assistere al restauro in diretta dei burattini condotto da Gloria Forghieri del Laboratorio Alma atelier di Carpi. Un’occasione unica per capire come si realizzano e come si restaurano maschere, burattini in cartapesta e abiti frutto di un meticoloso processo creativo. Affiancato dalla moglie Clara Amoretti, Tirelli disegnò gli abiti fedelmente ispirati a quelli dei personaggi a cui gli stessi burattini rimandano. Sono creazioni sartoriali di alto livello, per le stoffe impiegate così come per gli accessori, bottoni, spille, collane e orecchini per le figure femminili, fino alla foggia delle acconciature. Saranno restaurati in diretta i burattini di Emilio Zago, Tina di Lorenzo ed Errico Malatesta.

Per Carnevale e per Pasqua, il programma propone due appuntamenti per approfondire con bambini e ragazzi una delle tecniche più usate da Tirelli per la realizzazione di maschere e burattini. I laboratori saranno dedicati all’intero processo di lavorazione della cartapesta: dalla scelta delle carte alla macerazione, fino alla creazione di oggetti personali.

Ai bambini sarà poi dedicata una speciale guida alla mostra, che verrà resa disponibile all’ingresso, per permettere un approfondimento sull’artista alla portata dei più giovani visitatori.

Dal 7 gennaio 2022, tutti i venerdì mattina, dalle 10 alle 12, la mostra aprirà con visite gratuite guidate dedicate alle scuole.

In collaborazione con gli studenti della sezione grafica dell’Istituto Venturi di Modena (nell’ambito del progetto dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) verranno realizzati alcuni gadget collegati al tema della mostra: cartoline, giochi di memoria con le caricature delle star del cinema e teatrini da assemblare che saranno messi a disposizione del pubblico presso il bookshop.

Informazioni: T. 351 0490959 (negli orari di apertura della mostra); mostratirelli@comune.modena.it; www.museocivicomodena.it.

“È BASTATO FARLI RIDERE RIDENDO DI LORO”

Nato a Modena nel 1871, Umberto Tirelli assorbe fin dagli anni giovanili il clima più allegro della vita cittadina stringendo rapporti con artisti, letterati e poeti dialettali. Giovanissimo, collabora con il giornale satirico “Il Marchese Colombi” e, alla fine dell’Ottocento, è membro dell’Accademia del Fiasco, “geniale accolta di persone che avevano fatto qualche fiasco nel corteggiare l’arte”, di cui fanno parte anche l’amico di una vita Angelo Fortunato Formiggini, Aldo Maglietta e il poeta dialettale Giuseppe Messori, alias “Belocheld”. Nel 1900, Tirelli fonda “Il Duca Borso”, caustico commentatore della vita cittadina modenese, e ripropone lo spirito del giornale anche negli spettacoli “Il sogno di un dopopranzo d’autunno” (1905) e “Circum circa” (1907).

 

I primi anni bolognesi, tra teatro, riviste e guerra

Trasferitosi a Bologna, Tirelli collabora con Alfredo Testoni nello spettacolo “All’ombra delle torri” del 1910, disegnando i costumi e le maschere indossate dagli attori, e nello stesso anno fonda “Il Fittone”. Negli anni successivi la sua opera si cala all’interno di una crescente battaglia politica a partire dalla rivista “Il Punto”, con cui inizia a elaborare la particolare iconografia dei potenti che da lì a poco conquisterà un consenso nazionale e internazionale con l’impresa editoriale “I Protagonisti”, cartella contenente 12 caricature di sovrani e capi di Stato in guerra edita nel 1917 da Formiggini. Nel 1920 progetta e realizza il “Teatro nazionale delle teste di legno” che, nonostante il grande impegno finanziario e gestionale, ha vita breve e circoscritta con rappresentazioni che, iniziate nel 1922, si concludono nel 1924.

Dalla seconda metà degli anni Venti, l’attività artistica di Tirelli subisce un cambiamento: alla satira politica subentrano temi più innocui, in modo da non attirare sospetti da parte del regime. Il suo sguardo si rivolge, quindi, alla Bologna borghese, attraverso l’immagine di cittadini, intellettuali, artisti e professionisti ripresi negli ambienti che la caratterizzano e di cui lo stesso Tirelli fa parte.

 

Il cinema

Dal 1934 Tirelli cura una rubrica fissa sul Resto del Carlino intitolata “Ombre e luci dello schermo” nella quale dà spazio al suo interesse per il cinema attraverso le caricature dei divi hollywoodiani come Greta Garbo e Marlene Dietrich, Clark Gable, Joan Crawford, Charlie Chaplin e Buster Keaton. La grande disponibilità di fotografie provenienti dalle agenzie internazionali rappresenta per Tirelli uno sconfinato repertorio di ritratti che lui trasforma in maschere mai troppo degradate, però, per non spegnere il sogno incarnato dalla settima arte nell’Italia che si immergeva sempre più nel Fascismo.

 

La Seconda guerra mondiale

Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, Tirelli torna alla satira politica all’interno del “Carlino della sera”, sempre a Bologna. Al 1941 appartengono una quarantina di caricature in cui a essere presi di mira sono Stalin, Churchill e Roosevelt, rappresentati secondo la populistica demagogia di regime. Il popolo, invece, non viene mai toccato dalle sue caricature.

 

Ultimo atto

Con la fine del conflitto e la ricostruzione, Tirelli torna alla caricatura, realizzando una serie di statuette in terracotta policroma che espone con successo alla Quadriennale di Roma del 1951. Caratterizzate da uno spiccato dinamismo, le terrecotte ritraggono personalità del passato e del presente, dai più noti musicisti classici a Guglielmo Marconi, da De Gasperi e Togliatti a Totò. Molto espressivo è, infine, l’autoritratto di cui una versione in bronzo è posta sulla sua tomba nel cimitero di San Cataldo, in cui Tirelli si immortala “a imperitura memoria” con il suo motto di sempre: “Quanto più brutto, tanto più bello”. Umberto Tirelli muore a Bologna nel 1954.



Articolo precedenteFunerali di Stato per le nove vittime dell’esplosione a Ravanusa
Articolo successivoCovid, 28.632 nuovi casi e 120 decessi in 24 ore