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La storia dei ragazzi di Villa Emma: Ivan Sciapeconi presenta a Modena e Nonantola il libro “40 Cappotti e un bottone”

La storia dei ragazzi di Villa Emma: Ivan Sciapeconi presenta a Modena e Nonantola il libro “40 Cappotti e un bottone”La storia dei ragazzi di Villa Emma diventa un romanzo: Ivan Sciapeconi presenta il libro “40 Cappotti e un bottone” a Modena e Nonantola. 

Il primo appuntamento è previsto a Modena venerdì 18 febbraio alle ore 21 al Teatro Tenda, in via Monte Kosica, poi lo scrittore sarà a Nonantola mercoledì 23 febbraio, sempre alle ore 21, alle Officine Culturali in via Provinciale Ovest 57.

 

Il libro parla di una storia veracommenta Ivan Sciapeconi dell’arrivo in Italia, dopo una lunghissima fuga in Europa, di circa 70 bambini e ragazzi ebrei. Siamo nel 1942 e i giovani vengono accolti a Nonantola a Villa Emma. Poi nel 43 quando iniziano ad accamparsi le truppe naziste, vengono nascosti dai nonantolani nel paese e successivamente aiutati a fuggire fingendo di essere in una gita scolastica. Scappano dunque in Svizzera e grazie all’aiuto del paese si salvano tutti. Solo un ragazzo, ricoverato in Appennino per un un principio di tubercolosi, purtroppo non riesce a farcela”.

 

40 cappotti e un bottone

L’unico potere che ho è decidere che cosa fare del mio tempo. Che cosa sarò. E che ne sarà della mia vita. Allora capisco che il tempo più prezioso è quello sottratto alla morte e al dolore. Questa sarà la mia vendetta. La mia vittoria sarà il modo in cui cancellerò, giorno per giorno, questo dolore inutile. Niente guerra per me, né bandiere, nessun “noi”. Nessun muro. Se fallirò, se falliremo, i nostri nemici continueranno a vivere sotto altre bandiere, dentro altri confini.

Estate 1942. Alla stazione di Nonantola, in provincia di Modena, scendono quaranta ragazzi e bambini ebrei. Sono scappati dalla Germania nazista grazie all’organizzazione di Recha Freier e, con i loro accompagnatori, stanno cercando di arrivare in Palestina, ma la guerra li ha costretti a continui cambi di direzione: prima la Croazia, poi la Slovenia, ora l’Italia.

A Nonantola vengono sistemati appena fuori dal paese, a Villa Emma. Sembra che il peggio sia passato. Ci sono lezioni, assemblee e i più grandi imparano mestieri che un giorno potrebbero essere utili. Tra i ragazzi e le ragazze di Villa Emma c’è anche Natan, che inizialmente vede tutta questa attenzione con sospetto. Bruciano ancora il ricordo del padre trascinato via nella notte, l’addio della madre e del fratello più piccolo. Eppure, a Villa Emma non ci sono stelle gialle da appuntare al cappotto, né ghetti, né retate nella notte. Sembra di essere in un mondo completamente nuovo, dove i contadini portano cibo, il falegname i letti, dove ognuno può fare la propria parte. Con l’otto settembre del 1943, però, a Nonantola iniziano ad accamparsi le truppe naziste e per i ragazzi di Villa Emma c’è una nuova fuga da organizzare. Questa volta non sono soli, però, questa volta hanno un intero paese a lottare per loro. Una storia luminosa, inedita e sorprendente. Una storia vera. Uno squarcio di ottimismo nell’orrore della Shoah, 40 ragazzi messi in salvo da un’intera cittadinanza. Questo libro è per loro, per i salvati e i salvatori, perché non siano mai dimenticati. Ma anche perché ancora oggi la normalità del loro eroismo ci commuove e ci sfida a non abbandonarci a facili paure e all’indifferenza.

 

Presentazioni 

  • VENERDÌ 18 FEBBRAIO 2022 – ORE 21

Teatro Tenda, via Monte Kosica, Modena in collaborazione con Istituto Storico di Modena, Associazione culturale L’Asino che Vola. Coordina: Antonella Lombardi, Associazione culturale L’Asino che Vola. Discutono con l’autore: Fabiano Massimi, scrittore
Fausto Ciuffi, direttore Fondazione Villa Emma

 

  • MERCOLEDÌ 23 FEBBRAIO 2022 – ORE 21

Officine Culturali, via Provinciale Ovest 57, Nonantola (MO) in collaborazione con: Officine Culturali Nonantola . Ivan Sciapeconi incontra i lettori della Biblioteca Comunale. Introduce: Andrea Zoboli, Assessore alla Cultura Comune di Nonantola . Coordina la discussione: Maria Pia Sabia, Officine Culturali.

 

 



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