Home Lavoro 1° Maggio in sanità, Cisl: “Pandemia non è finita, stabilizzare i precari”

1° Maggio in sanità, Cisl: “Pandemia non è finita, stabilizzare i precari”

1° Maggio in sanità, Cisl: “Pandemia non è finita, stabilizzare i precari”«In occasione del 1° Maggio abbiamo invitato i cittadini a riflettere sulla condizione dei professionisti della sanità modenese. Non solo sul fatto che alcuni sono sottopagati, ma soprattutto su tutto quello che è accaduto negli ultimi due anni».

Lo dichiara Alfonso Bracigliano, sindacalista della Cisl Funzione pubblica Emilia Centrale, ricordando che nel momento esatto in cui i riflettori si sono accesi sul Covid-19, i lavoratori modenesi della sanità hanno visto stravolte le loro quotidianità, professionali e private.

«Tutti hanno messo a rischio la propria vita, qualcuno l’ha persa – sottolinea Bracigliano – I professionisti sanitari si sono trovati a combattere il Covid quasi a mani nude, con decine e decine di pazienti morti. È stata evitata una strage grazie alle aziende sanitarie e ai professionisti dati in presidio per riorganizzare tutto il lavoro.

Oggi la pandemia non è ancora finita, anzi: gli ospedali modenesi continuano a ricoverare pazienti contagiati e il fatto che siano fortunatamente meno gravi non comporta un impegno inferiore degli operatori, perché il livello di assistenza è sempre il medesimo. Per questo affermiamo la necessità immediata di stabilizzare i precari assunti durante l’emergenza sanitaria da Covid-19».

Tra le priorità dei professionisti sanitari il sindacalista Cisl cita anzitutto il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, scaduto nel 2019.

«L’attenzione e vicinanza dei mesi scorsi verso la nostra categoria si sono molto affievolite. Eppure siamo sempre in campo – ribadisce Bracigliano – Speriamo, quando ci siederemo al tavolo delle trattative con le istituzioni e i vertici delle aziende sanitarie, di non avere brutte sorprese, come l’assenza di fondi contrattuali o la mancata cessione di periodi di ferie o aspettativa.

Ci auguriamo anche che le restrizioni cadute da ieri non rappresentino un ‘liberi tutti’, perché vorrebbe dire vanificare tutto ciò che è stato fatto finora.

Dal confronto continuo nella nostra organizzazione – continua il sindacalista Cisl – emerge che le riflessioni sulla sanità debbano essere fatte anche sugli operatori del settore socio-sanitario (case residenza anziani, rsa, centri diurni e socio-riabilitativi). Hanno vissuto sulla propria pelle le stesse condizioni dei professionisti della sanità, ma in peggio perché del tutto impreparati davanti al Covid, e non certo per colpa loro. Possiamo dichiarare che se non è stato un totale fallimento, l’intero sistema socio-sanitario modenese ha pericolosamente rischiato il crollo.

Per noi è da rivedere, se vogliamo evitare di andare in tilt quando dovremo fronteggiare il prossimo virus», conclude Alfonso Bracigliano, sindacalista della Cisl Funzione pubblica Emilia Centrale.



Articolo precedenteUno “Sblocca Modena” in via delle Costellazioni
Articolo successivo“Gli effetti sull’economia del conflitto in Ucraina”: mercoledì 4 maggio al DEMB di Unimore una lezione aperta