Home Lavoro Leggera risalita in Emilia Romagna per le imprese giovani

Leggera risalita in Emilia Romagna per le imprese giovani

Leggera risalita in Emilia Romagna per le imprese giovani
dipendente officina meccanica (autore e copyright: Brancolini Roberto)

Seppur di poco, ma aumentano le imprese giovanili. A determinare la tendenza positiva, è la ripresa economica legata alla minore incidenza della pandemia e alle misure di sostegno introdotte. È quanto emerge dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.

 

Alla fine del 2021 le imprese attive giovanili emiliano-romagnole sono risultate 26.680 con un incremento di 459 unità (+1,8 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2021.

Un dato significativo in quanto, a livello regionale, anche le imprese non giovanili sono aumentate, ma in misura più contenuta (+0,6 per cento, +2.387 unità).

Il trend delle imprese giovanili è assai diverso se si considerano due sottoinsiemi non disgiunti: le imprese di giovani donne (giovanili e femminili) e quelle di giovani stranieri (giovanili e straniere). Le imprese femminili giovanili sono risultate 7.241 pari al 27,1 delle imprese giovanili regionali. Sono concentrate in tre divisioni di attività: commercio al dettaglio (18 per cento), ristorazione (13,8 per cento) e servizi per la persona (13,5 per cento). C’è un minimo decremento dello 0,2 per cento (+11 imprese)

Alla stessa data le imprese giovanili straniere sono risultate 7.418 pari al 27,8 delle imprese giovanili dell’Emilia-Romagna. Sono fortemente concentrate soprattutto nelle costruzioni (29,9 per cento), quindi in misura minore nel commercio al dettaglio (16,1 per cento), nella ristorazione (11,6 per cento) e nelle altre attività di servizi per la persona (4,6 per cento). Le imprese giovanili straniere sono aumentate (+1,6 per cento, +119 imprese), rispetto a dodici mesi prima.

 

I settori di attività economica

Nel trimestre la consistenza delle imprese giovanili è aumentata in tutti i macrosettori, ma non in modo omogeneo. L’incremento è stato determinato dalle costruzioni dove lo sviluppo è stato evidente (+7,3 per cento, +323 imprese), grazie soprattutto alla realizzazione di edifici (+9,3 per cento) e ai lavori specializzati (+258 unità, +6,8 per cento).

In seconda battuta dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+184 unità, +16,7 per cento), che è risultata la più consistente tra tutte le sezioni e nell’ambito della quale spiccano i notevoli incrementi delle imprese attive nella pubblicità e ricerche di mercato (+24,6 per cento, +79 unità) e di quelle delle attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale (+19,9 per cento, +58 unità).

Considerando l’insieme dei servizi appare immediatamente un rallentamento che ha condotto a un aumento di solo 142 imprese (+0,8 per cento). In particolare, la dinamica è risultata positiva per l’insieme dei servizi diversi dal commercio (+156 imprese, +1,4 per cento), negativa nei servizi di alloggio e ristorazione (-146 unità, -4,8 per cento), settori particolarmente colpiti dalle conseguenze della pandemia. In flessione pure le attività di trasporto e magazzinaggio (-5,4 per cento, -36 imprese).

Una nota dolente viene dal settore del commercio (-0,2 per cento, -14 imprese), in quanto la ripresa nel dettaglio (+53 unità, +1,6 per cento) non ha compensato un arretramento delle imprese nell’ingrosso (-55 unità, -2,6 per cento) e nel commercio e riparazione di veicoli.

La base imprenditoriale giovanile dell’industria ha rafforzato la tendenza positiva (+15 unità, +0,8 per cento). L’aumento è derivato dalla crescita dalle imprese manifatturiere (+20 unità, +1,1 per cento), soprattutto dall’aumento delle attive nella fabbricazione di prodotti in metallo (+40 unità, +9,0 per cento) e quindi nella riparazione, manutenzione e installazione di macchine (+13 unità, +5,1 per cento). Al contrario, si sono ridotte ancora sostanzialmente le imprese della moda (-50 unità, -13,1 per cento), in particolare le attive nelle confezioni (-34 unità, -11,9 per cento).

Infine, è proseguito il recupero delle imprese giovanili attive nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (+21 imprese, +0,9 per cento).

 

La forma giuridica

L’incremento delle imprese giovanili è principalmente da attribuire alle ditte individuali, che dopo dieci anni di riduzioni hanno confermato l’inversione di tendenza in positivo e hanno accelerato sensibilmente la loro crescita (+310 unità, +1,6 per cento).

Anche le società di capitale hanno messo a segno un ulteriore incremento (+3,9 per cento, +174 unità).  Le società di persone invece, non sono riuscite a invertire la tendenza negativa (-1,6 per cento, -25 unità): continua a incidere l’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata.  Le imprese costituite sotto altre forme, cooperative e consorzi sono rimaste invariate.

 



Articolo precedentePresentata a Maranello la partnership tra Frecciarossa e Scuderia Ferrari
Articolo successivoGoverno, Di Maio “Il direttivo M5s alla Camera vuole votare la fiducia”