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Caro bollette, da +300% di costi energetici nell’agroalimentare alla cassa integrazione nella ceramica

Caro bollette, da +300% di costi energetici nell’agroalimentare alla cassa integrazione nella ceramicaQuale risvolto ha a livello locale l’allarme su gas e bollette? È quanto si è chiesta la Cisl Emilia Centrale che ha chiamato a raccolta le rispettive categorie “tenuto presente che quanto sta accadendo a livello internazionale – spiega Rosamaria Papaleo, segretaria generale – si ripercuote con forza nei nostri distretti produttivi, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro oltre che la tenuta del sistema famiglie. Una congiuntura drammaticamente perfetta, perché colpisce imprese, occupati, liberi professionisti, famiglie. Già ad oggi stimiamo che in alcune aree di Reggio e Modena il disagio sociale e la povertà raggiungano il 12% dei nuclei famigliari. 196.153 le ore di cassa integrazione ordinaria già attivate ad agosto a Reggio Emilia”.

Nel settore della ceramica, che impiega 10mila addetti tra Modena e Reggio la Femca Cisl Femca osserva sofferenze in quasi tutto il comparto l’indotto. Anche il tessile e il biomedicale sono in forte difficoltà per i costi delle materie prime oltre che quelli energetici. Le conseguenze sono “che in ceramica si produca anche in perdita, pur di mantenere i clienti. I listini segnano aumenti, che evidenziano come questi siano dovuti al rincaro energetico. Le conseguenze sono centinaia di aperture di posizioni di cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo), che porta al versamento da parte dell’Inps di una somma di denaro in favore di quei lavoratori la cui retribuzione è diminuita per effetto di una riduzione dell’attività lavorativa dovuta a una temporanea difficoltà di mercato dell’azienda. A cascata questo accade anche per fornitori quali colorifici e lavorazioni ceramiche.

Una conferma di questo lo si ha nel settore trasporti, come confermato dalla Fit Cisl, dove le uniche richieste di cassa riguardano proprio la logistica all’interno del comparto ceramico al momento concentrato in quelle di piccole dimensioni. Altrettanto, la Fistel Cisl rileva situazioni critiche nei servizi sui comparti serigrafia e produttori di esposizione per le ceramiche. “Moltissime le richieste di ammortizzatori sociali sia per il comparto industria che artigiani: ci sono aziende che hanno chiesto la Cigo non sono in grado di anticiparla”.

Il settore dei bancari e assicurativi, segnala la First Cisl, al momento tiene, ma prevede un aumento di “sofferenze sui crediti”. Paradossalmente l’aumento dei tassi potrebbe fare guadagnare gli istituti agli istituti di credito.

La categoria dei pensionati, la Fnp, osserva come l’incidenza dei costi energetici aggravi pesantemente i servizi destinati alla cura ed all’assistenza delle persone più fragili: anziani, malati e non autosufficienti. Infatti, gli ospedali, le case protette e i centri diurni, sono inevitabilmente strutture ad alto consumo energetico. La loro sostenibilità è messa a dura prova dai rincari su rette già onerose. Non solo l’aumento complessivo dei beni di consumo necessari incide tra molti pensionati, impossibilitati a pagare bollette: diversi i casi segalati.

Nel commercio, la Fisascat Emilia Centrale rileva le prime difficoltà nei pubblici esercizi, anche se ad oggi la richiesta di ammortizzatori (cassa ordinaria) è contenuta. Nel prossimo futuro, per evitare disastri occupazionali, per il sindacato si ricorrerà alla Cgio.

In controtendenza l’edilizia, sempre tra Reggio e Modena. Qui secondo l’osservazione di Filca Cisl il settore, pur subendo fortissime ripercussioni a cascata sui costi delle materie prime e del carburante per i mezzi, vede da un lato scemare la carenza di materie prime per effetto del Bonus 110, dall’altro aumentare la richiesta di manodopera delle aziende per rispettare i tempi di consegna.

Nell’agroalimentare ammonta sino al 300% l’aumento dei costi energetici, come nel caso della filiera del Parmigiano Reggiano e nei salumifici. Per la Fai Cisl “è colpito questo settore che fino ad oggi aveva retto meglio le crisi della pandemia. La domanda resta stabile, ma i costi sono maggiori anche per le materie prime. Diverse centinaia le aziende medio piccole che lavorano in perdita.

Nella pubblica amministrazione e nella sanità (13 mila occupati a Reggio, 15 mila a Modena) la Cisl Fp rileva come ci sia “il fortissimo rischio di tenuta dei conti di enti e aziende, con variazioni di bilancio e minori investimenti e servizi per la popolazione. Un rischio maggiore per alcuni enti con bilanci risicati”.

Nella metalmeccanica, nel reggiano, la Fim rileva come siano alcune decine le prime imprese che hanno attivato la cassa integrazione, a fronte di un settore non ancora morso dalla crisi.

Conclude Rosamaria Papaleo: “Mentre osserviamo un arresto della contrattazione aziendale integrativa (aziende preoccupate della situazione non vogliono assumere impegni che non sono in grado di rispettare), ci aspettiamo dal governo interventi contro l’aumento dei costi energetici e anche sugli istituti di credito affinché concedano una maggiore capacità finanziaria, in quanto fino ad ora la tenuta di consumi ed investimenti è stata garantita a scapito dell’erosione dei risparmi. Ribadiamo la necessità di recuperare risorse dalle entrate dai maggiori introiti dell’Iva, dalla maggiore tassazione degli extraprofitti e chiediamo l’esenzione Iva sui beni di largo consumo (zucchero pasta pane…) e la proroga del mercato tutelato”.



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