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In Emilia Romagna l’artigianato è sulla via del pieno recupero

In Emilia Romagna l’artigianato è sulla via del pieno recupero
Edilizia (Copyright immagine: Regione Emilia-Romagna A.I.U.S.G. – Autore: Tamburini Alan)

La ripresa in corso a livello globale, il progressivo ridursi della pressione della pandemia e la capacità delle imprese di riorganizzare l’attività stanno aprendo infatti una fase di crescita. Questo emerge dall’indagine sulla congiuntura dell’artigianato nel secondo trimestre 2021 di Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.

 

L’artigianato nell’industria.

La congiuntura.

Le imprese artigiane della manifattura regionale hanno ottenuto un deciso recupero della produzione (+15,0 per cento) rispetto al corrispondente trimestre del 2020. Il risultato conferma la nuova tendenza positiva avviata nel trimestre precedente, ma resta sostanzialmente al di sotto della ripresa messa a segno dalla produzione del complesso dell’industria regionale (+20,1 per cento), dove l’andamento è apparso correlato alla dimensione aziendale. Per dare un giusto peso al risultato conseguito, occorre ricordare che, nonostante questo sostanziale recupero, il livello della produzione risulta inferiore dell’12,8 per cento a quello dello stesso trimestre del 2018.

Migliora l’andamento del fatturato valutato a prezzi correnti (+16,9), grazie all’apporto positivo dai mercati stranieri. Infatti, per le imprese con accesso ai mercati di esportazione, il fatturato estero ha fatto un balzo del 16,6 per cento.

Il fatturato complessivo è invece ancora risultato inferiore dell’11,3 per cento rispetto a quello dello stesso trimestre del 2018, ultimo trimestre positivo.

Va però sottolineato che il livello del fatturato estero nel trimestre 2021 è già ora superiore del 4,7 per cento a quello di tre anni prima grazie a una migliore tenuta nel corso della recessione. Ciò testimonia l’importanza dell’accesso ai mercati esteri e le difficoltà del mercato interno.

Per il futuro, la prospettiva appare buona data la forte ripresa del processo di acquisizione degli ordini (+15,4 per cento), che si somma ad altri segnali positivi. Le settimane di produzione assicurata dalla consistenza del portafoglio ordini sono balzate a quota 7,2. Inoltre, le imprese hanno indicato un grado di utilizzo degli impianti in decisa risalita al 71,2 per cento, ben superiore allo stesso trimestre 2020 (57,5 per cento) e prossimo al livello dei primi tre mesi del 2019 (72,8 per cento).

Il registro delle imprese.

Gli effetti della pandemia non appaiono ancora sulla demografia delle imprese. A fine giugno le imprese attive ammontavano a 26.803, in flessione del 1,1 per cento rispetto alla fine dello stesso mese dello scorso anno, con un calo pari a 296 imprese. La tendenza negativa è presente in tutti i macro settori considerati dalla congiuntura ed è stata determinata soprattutto dalla riduzione della base imprenditoriale delle industrie della moda (-87 imprese, -1,9 per cento) e dell’aggregato metallurgia e lavorazioni meccaniche (-87 imprese, -1,1 per cento).

 

 

L’artigianato delle costruzioni.

La congiuntura.

Tra aprile e giugno gli stimoli introdotti a sostegno del settore delle costruzioni, il dinamismo delle imprese e la minore pressione della pandemia hanno permesso di mettere a segno un pieno recupero del livello di un anno prima del volume d’affari a prezzi correnti delle imprese artigiane attive nelle costruzioni (+11,6 per cento). Il dato è allineato con quello del complesso dell’industria delle costruzioni regionale (+11,9 per cento).

La ripresa non è mai stata tanto diffusa come quella in atto. Il saldo dei giudizi tra le quote delle imprese che rilevano un aumento o quelle che segnalano una riduzione del volume d’affari rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno è letteralmente schizzato ai massimi della rilevazione, salendo da quota +3,0 a +43,0 punti, surclassando il precedente livello massimo di 28,8 punti riferito al secondo trimestre del 2015.

In particolare, la quota delle imprese che hanno registrato un aumento del volume d’affari è salita al 55,2 per cento, livello senza precedenti, mentre la percentuale di quelle che hanno registrato una riduzione è crollata fino al 12,2 per cento, appena sopra il minimo assoluto (11,4 per cento) rilevato nel secondo trimestre del 2011.

Il registro delle imprese.

Si ravviva la demografia delle imprese. A fine giugno 2021 la consistenza delle imprese artigiane attive nelle costruzioni è risultata pari a 50.809, vale a dire 459 in più (+0,9 per cento) rispetto alla fine dello stesso mese del 2020.

La tendenza positiva per la base imprenditoriale è stata determinata dalle imprese operanti nei lavori di costruzione specializzati (+1,7 per cento, +802 unità), maggiormente avvantaggiate dagli incentivi introdotti a favore del settore, mentre quelle attive nella costruzione di edifici hanno mostrato una crescita più contenuta (+1,0 per cento, +161 unità).