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Riparte la Microcast, siglato accordo sindacale per il rilancio e la salvaguardia dei posti di lavoro

Riparte la Microcast, siglato accordo sindacale per il rilancio e la salvaguardia dei posti di lavoroDopo la Saga Coffee di Gaggio Montano (Bo), grazie alla mediazione della Regione Emilia-Romagna va in porto il salvataggio di un’altra storica azienda del bolognese, la Microcast di Pontecchio Marconi, dichiarata fallita il 20 novembre scorso.

Nella tarda serata di ieri, al termine di un incontro convocato in viale Aldo Moro dall’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, è stato infatti siglato un protocollo di intesa tra le organizzazioni sindacali e ATS Microfusione srl, che si candida ad affittare l’azienda di Pontecchio Marconi, in partnership con il Gruppo Cividale, per garantire la ripresa delle attività produttive e la salvaguardia di tutti i livelli occupazionali.

L’accordo è stato siglato alla presenza del Ceo di GFM, Manuel Cortinovis, in veste di amministratore unico della società ATS Microfusione srl, e dei rappresentanti sindacali della Fiom-Cgil, Michele Bulgarelli e Domenico Di Pasquale, e della Fim- Cisl, Massimo Mazzeo e Consuelo Mazzini.

L’intesa, preliminare alla conclusione della procedura giudiziaria, prevede l’impegno di ATS Microfusione srl, a seguito della formalizzazione dell’affitto di ramo d’azienda, ad occupare subito 45 dei 53 dipendenti oggi in capo alla procedura fallimentare e posti in CIGS per cessazione e ad assumere i restanti 8 lavoratori al massimo entro i 24 mesi successivi.

Il documento prevede inoltre garanzie rispetto all’utilizzo di futuri ammortizzatori e l’accordo rispetto alla definizione della contrattazione di secondo livello.

“L’accordo raggiunto ieri fra la Newco e le organizzazioni sindacali, e approvato oggi dai lavoratori a larghissima maggioranza, è un fatto importante che dà concrete prospettive di futuro ad un’azienda storica e a tante famiglie in difficoltà – ha dichiarato Colla.- Un’intesa che, nel rispetto della procedura del Tribunale, permette di dare una soluzione che preserva non solo l’attività industriale e il suo indotto in un territorio difficile come l’Appennino bolognese, ma anche le tante professionalità formatesi qui nel corso degli anni. Un risultato non scontato per il riassorbimento di tutta la forza lavoro, ottenuto grazie alla serietà e alla responsabilità delle organizzazioni sindacali e di un imprenditore serio, determinato a far ripartire velocemente tutte le attività produttive”./red



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